Lavoro Rubato

Uno scrittore anonimo racconta il suo libro

imm.da: Ilmiolibro.it
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 "Lavoro rubato" vuole essere uno spaccato delle ingiustizie e meschinità del mondo del lavoro, nella parte iniziale viene sottolineato il gap esistente tra il mondo della scuola e quello delle aziende, la disillusione di non poter svolgere il lavoro per cui si è inutilmente studiato.

 

L'autore descrive le sue esperienze e permette al lettore una sana riflessione sulle problematiche del mondo del lavoro, realtà in cui le persone sono spesso illuse e guidate, dalle stesse istituzioni che dovrebbero garantire collaborazione e tutela, in un mondo di false aspettative.

Un omaggio ai ragazzi della Tyssenkrupp. Troppo presto dimenticati da una politica che ha scritto le pagine più tristi e violente della storia della Repubblica. Morti per salvare i loro colleghi dall'inferno.

 

L'autobiografia rispecchia la condizione di molti: da una parte la Casta, con la sua spocchiosa impunità, i suoi privilegi, la sua parassitaria e onnivora presenza, dall'altra solo la dignità di un lavoro vero e la consapevolezza amara della propria inadeguatezza in un sistema che premia raccomandati e "ruffiani". Il testo fotografa la realtà dell'Italia di oggi, il cui il crimine più odioso è il tentativo continuo, con falsi sotterfugi, di rubare ai giovani non solo l'attesa di un lavoro, ma anche qualsiasi barlume di speranza.

 

La legge Biagi, i colloqui di lavoro, l'inutilità delle agenzie interinali, la fuga all'estero delle "materie grigie", sono analizzati nel libro da un lavoratore. Un paese tristemente unito da Nord a Sud grazie al Precariato e alla Disoccupazione. Unità celebrata nel 150' anniversario della sua fondazione.

 

Macmariopc
Valentina C.

 

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